La necessità dei bambini di cercare la mamma e il papà quando hanno degli incubi e si svegliano è ben spiegata da una famosa citazione di Maria Montessori, che spiega l’amore del bambino e il suo bisogno di sentire l’adulto accanto a sé.

“Chi realmente ama è invece il bambino, che desidera sentire l’adulto accanto a sé e che si compiace di attirare l’attenzione di lui sopra se stesso: “guardami, stammi vicino. La sera, quando va a letto, chiama la persona che ama e vorrebbe che non lo lasciasse. E quando noi andiamo a mangiare, il lattante vorrebbe venir con noi, non già per mangiare anche lui, ma per guardarci, per starci vicino. L’adulto passa accanto a questo mistico amore senza riconoscerlo: ma badate, quel piccino che vi ama crescerà e scomparirà”.

Incubi, la definizione

Per definizione un incubo, è un sogno capace di procurare uno stato di profonda angoscia ed oppressione. E’ dunque facile, immaginare la preoccupazione e il senso di impotenza che può assalire un genitore, quando ad esperire le sensazioni spiacevoli sopracitate, è il proprio bambino. 

Innanzitutto, è bene chiarire che l’incubo in sé non rappresenta un qualcosa di patologico, ma può certamente essere, in alcuni casi, una manifestazione di paure irrazionali e situazioni conflittuali che il bambino  vive inconsciamente.

E’ quindi importante fare attenzione agli incubi dei bambini per riuscire a cogliere le differenze sostanziali tra una manifestazione non patologica ed una invece di effettivo disagio.

Pavor nocturnus o terrore notturno

Si tratta di una perturbazione non patologica del sonno, piuttosto frequente nei bambini. Si verifica nella fase di sonno profondo: il bambino grida agitandosi in movimenti scomposti e rigidi. Solitamente la crisi dura pochi minuti, ma può arrivare anche a trenta.

Questo fenomeno generalmente, è dovuto ad un’attivazione del sistema limbico non causata da vissuti emotivi, tuttavia, può talvolta rappresentare un sintomo ‘più grave’ che rientra nei disturbi d’ansia.

Perché i bambini hanno gli incubi?

Gli incubi sono abbastanza comuni nei bambini, già a partire dal primo anno di età; ed esattamente come i sogni, permettono di elaborare frustrazioni, paure e desideri.

Durante la giornata, il bambino deve obbedire alle regole della famiglia e della società e al contempo, adattarsi al gruppo dei pari vivendo non pochi conflitti. Durante la notte, tutto questo ‘vissuto’, viene metabolizzato inconsciamente dal bambino attraverso gli incubi, che rappresentano un modo per esprimere l’angoscia, spesso riguardante la paura di crescere e il desiderio di farlo.

Normalmente gli incubi bambini, funzionano quindi come una sorta di valvola di sfogo, estremamente utile non solo ad ‘esternare’ emozioni, sensazioni e paure motivate da quello che accade, ma anche per ‘domare’ la realtà del mondo esterno e quella degli adulti.

Tuttavia in altri casi, questa esternazione, può riguardare paure più primitive e irrazionali, come ad esempio, il terrore dell’abbandono da parte della madre o del padre; e il bambino piccolo, non essendo in grado di verbalizzare adeguatamente tale disagio  lo esprime attraverso l’incubo.

In queste particolari situazioni, gli incubi  posso essere il segnale di un conflitto intenso che il bambino vive internamente, inconsapevolmente: se questo malessere a lungo andare non viene capito o, peggio, viene ignorato, può in età scolare, portare a disagi psichici effettivi.

Come intervenire

La prima cosa che si può fare quando vostro figlio si sveglia nel bel mezzo della notte a causa di un incubo, è senza dubbio quella più naturale: stargli accanto; mostrarsi rassicuranti, assolutamente non sgridarlo, ma anzi confortarlo e tranquillizzarlo infondendogli il senso di protezione e sicurezza di cui ha bisogno per riuscire ad abbandonarsi nuovamente al sonno.

Se invece il bambino continua a dormire nonostante i sogni agitati, sarebbe meglio non svegliarlo, ma far sentire al piccolo la vostra presenza attraverso il contatto fisico: fategli sentire la vostra vicinanza con le carezze. Riconoscete le sue paure e i suoi timori, perché reali, senza commettere l’errore di svilirli o sminuirli.

In caso di terrore notturno invece, è preferibile toccare il bambino solo per prevenire l’eventualità che nei gesti inconsapevoli si faccia male. Può invece essere utile parlargli con voce tranquilla e toni bassi.

Come aiutare il bambino a dormire meglio

Creare una routine quotidiana che precede la messa a letto, può essere sicuramente un modo per aiutare il bambino a rilassarsi e a dormire senza angosce.  Anche rallentare i ritmi della giornata evitando quindi un accumulo di stress eccessivo, può rivelarsi decisamente utile a migliorare la qualità del sonno. Altri fattori che incidono su quest’ultima, sono: uno stile di vita sano ed un’alimentazione adeguata.

Un espediente valido, è anche quello di raccontare ed inventare piccole storie, che ripercorrono i momenti più belli e gioiosi della giornata del bambino.

Nel caso in cui ci si accorge di incubi frequenti che il bambino non riesce poi a spiegare, diventa necessario consultare uno psicoterapeuta che aiuti non solo il piccolo, ma anche i genitori, a capire quale conflitto interno sta vivendo.